Polo pubblico per la produzione degli autobus e referendum Atac: una lotta unitaria

Uno dei temi principali che intendiamo portare nella campagna elettorale è quello della politica industriale: intendiamo far nostra e rilanciare la proposta della FIOM risalente ancora al 2014 di creare un polo pubblico per la produzione di autobus in un’ottica di riconversione ecologica e sostegno delle filiere occupazionali correlate ai servizi pubblici. Chi circoscrive il tema della consultazione alla sola modalità di gestione del servizio di trasporto pubblico fa l’interessato gioco degli oligarchi privati.
Per perseguire una direzione strategica come quella da noi auspicata occorre mettere in discussione le dinamiche delle ‘gare’ e i vincoli dell’ordinamento comunitario (UE), rivendicazione per noi ineludibile.

GUARDATE COME SONO COSTRETTI A LAVORARE GLI OPERAI DELLA EX IRISBUS IVECO (OGGI IIA)!
In Italia abbiamo città sempre più inquinate. Il diossido di azoto supera le soglie di sicurezza da anni: significa che va diminuito il traffico privato. Come si fa? Servono più autobus.
In Italia l’età media degli autobus è di 11,5 anni. Al Sud si arriva a 16 anni. Esistono mezzi che hanno più di 25 anni. Sono vecchi. A volte vecchissimi. Il parco auto (50.000 mezzi) andrebbe rinnovato. Servono più autobus.
In Italia esistevano due grandi aziende che costruivano autobus: la Breda Menarinibus di Bologna, di proprietà della Finmeccanica, e la Irisbus di Flumeri (AV), di proprietà della FIAT. Nel 2015 le società vengono fuse e nasce la Industria Italiana Autobus (IIA), posseduta all’80% dalla ex King Long Italia (oggi Tevere S.p.A.) e al 20% dalla Finmeccanica.
In un’Italia che ha un così urgente bisogno di autobus questa nuova azienda dovrebbe lavorare a pieno ritmo. Sfornare autobus alla velocità della luce. Ripopolare le nostre città. Perché i trasporti sono un settore strategico. La mobilità urbana ed extra-urbana è un diritto di ognuna e ognuno di noi. E invece che succede? Che di bus dalla IIA praticamente non ne escono. E si delocalizza invece in Turchia. Invitalia (di proprietà del Ministero dell’Economia) continua a metterci soldi. A privati si continuano a fare regali senza esigere praticamente nulla in cambio.
E i lavoratori? Alla sola ex Irisbus sono calati da circa 700 (2011) a 250 (2018). E lavorano nelle condizioni che emergono. Dov’è la “dignità”?

NAZIONALIZZARE QUI E ORA!

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La nostra analisi sul referendum Atac è riportata in foritalynews 

comitatonoreferendumatac@gmail.com

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