Insieme per ricostruire il servizio pubblico di trasporto – trasformare Atac in Azienda Speciale – aprire il Comune alla partecipazione di lavoratori e utenti – iniziative del Comitato promotore

Il 23 novembre 2018 si è svolto un secondo appuntamento [in via Giolitti 231 per il primo vedi qui], in cui si sono incontrati comitati, associazioni, persone che hanno operato per il NO alla messa a gara del trasporto pubblico di linea e non di linea, proposta dal Referendum dell’11 novembre scorso. Hanno convenuto, superato lo scoglio della privatizzazione del servizio che poneva su di un binario sbagliato e negativo la soluzione dei problemi di ATAC, di dare seguito alle indicazioni emerse nel corso della campagna referendaria per ricostruire un servizio di trasporto pubblico a Roma degno di questo nome. Ossia in linea con l’obiettivo di renderlo un’attività efficiente, di qualità, in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori e degli utenti, universale, con attenzione alle differenze sociali e di genere e alle classi di abitanti più in difficoltà per età, condizione di reddito, di abitazione, di precarietà lavorativa…

Un servizio che – con la riduzione progressiva dell’uso attualmente abnorme dei mezzi di trasporto individuali, con l’utilizzo del ferro rispetto alla gomma, con l’adozione di nuove tecnologie di propulsione e di organizzazione – diventi strumento efficace per arginare l’inquinamento a tutela della salute pubblica e per la realizzazione delle politiche della mobilità e della logistica di cui la città di Roma non può continuare a restare priva.

Un obiettivo di questa portata implica azioni rivolte alla modifica dell’organizzazione dello specifico servizio svolto da Atac e Roma TPL ma, contemporaneamente rivolte a modificare il governo della mobilità, dunque le politiche cittadine, metropolitane e regionali. L’incuria nei confronti del pendolarismo, l’assenza di una idea di modifica del peso del turismo, l’amministrazione urbanistica e abitativa subalterne al potere delle rendite, sono tutti aspetti che devono essere affrontati unitariamente a quelli specifici della regolazione della mobilità pubblica e privata regionale e urbana, del debito e dell’arretratezza di Atac, del deficit infrastrutturale della città.

Un primo passo importante in questa direzione è la volontà, emersa il 23 novembre, di procedere INSIEME, valorizzando il fatto di essersi conosciuti tra diversi Comitati (e tra differenti posizioni) verificando che pur partendo da esperienze anche distanti si è convenuto su questi decisivi punti comuni:

1.- Trasformazione di Atac da Società per Azioni in Azienda Pubblica Speciale, recuperando anche nella forma giuridica l’obiettivo di essere strumento immediato delle politiche comunali nonché aperto alla voce dei lavoratori e dei cittadini in merito alla programmazione, definizione delle priorità, gestione e controllo. Trasformazione che è necessaria se la missione della nuova organizzazione è quella più sopra delineata, in quanto è evidente che nessuna società per azioni (e men che meno le gare per il mercato) può porsi quegli obiettivi. È chiaro che la nuova Azienda speciale comprende anche il servizio ora svolto da Roma TPL.

1a. – Immediatamente è necessaria una legge speciale per Roma Capitale; ottenere adeguati finanziamenti dallo Stato e dalla Regione, superando la distorsione al ribasso che colpisce Roma; formare un Fondo comune trasparente che dia conto di tutti i finanziamenti (statali, regionali, comunali) in essere e programmati; predisporre e attuare una procedura di scelta degli amministratori di Atac che superi lo spoil system partitico in atto e recuperi competenza e indipendenza.
A tal fine si propone una Deliberazione comunale di iniziativa popolare che avvii i cambiamenti accennati.

1b.- Il fardello del debito troverà una prima sintesi il 19 dicembre prossimo quando i creditori saranno chiamati ad esprimersi sulle scelte che li riguardano in base alla procedura del concordato preventivo.
I Comitati hanno deciso di svolgere il giorno Martedi 10 Dicembre una Conferenza stampa nella quale presenteranno le proprie proposte in tema di debito, di immobili Atac, di interventi urgenti nelle periferie, di ampliamento delle corsie preferenziali, assicurando anche la continuità delle stesse nelle intersezioni, di liberazione delle fermate dalle auto in sosta, d’inizio della ricostruzione di una rete tramviaria articolata. Su questi punti i Comitati si impegnano a preparare note di indirizzo utili a costruire iniziative di approfondimento, informazione, raccolta di firme onde presentare al Comune specifiche Deliberazioni.

1c.- La trasformazione di Atac sarà possibile determinando una capacità di analisi, di progettazione e di composizione di differenti punti di vista su aspetti cruciali: dal sicuro connotato giuridico all’esame delle norme di settore; dalla programmazione esistente del contesto trasportistico ( metro c, Roma Lido e ferrovie concesse, ferrovie regionali, Saxa Rubra Laurentina, PUT, PUMS) ai cambiamenti indotti dall’evoluzione delle forme di trasporto; dalla mobilità alternativa ciclopedonale alle politiche utili per arginare il traffico privato, commerciale e turistico; dal rapporto con l’hinterland regionale della città metropolitana al deficit infrastrutturale e all’uso delle tecnologie. È evidente che i Comitati non ritengono di fare ciò da soli, ma suscitando quel dibattito pubblico che permetta a differenti punti di vista (di lavoratori, imprese, centri di ricerca, cittadini) di incrociarsi, consolidando un’azione collettiva.

2.- Superare il buco rappresentato dalla incapacità (o non volontà) del Comune di modificare l’assetto attuale della mobilità, obbligandolo a operare affinché si determini un processo di recupero democratico del governo della città. Perciò i Comitati hanno deciso di incontrare con la loro proposta in ogni Municipio, associazioni, abitanti, lavoratori, imprese, forze politiche e sindacali che si sono dimostrate sensibili al tema, per informarli di questo progetto, per valutarne la corrispondenza alle loro lotte o iniziative o riflessioni, prendendo da esse concretezza e credibilità. Un dialogo e una diagnosi essenziali al buon rafforzamento dell’itinerario qui delineato.

2a.- Un punto molto importante è che in questa azione si apra una discussione di merito sul “piano industriale di Atac” per farne il punto di verifica dell’Azienda speciale ed imprimere una torsione delle logiche aziendali alle crescenti necessità sociali; come pilastro a cui riferirsi per l’integrazione con FS e Cotral e per i provvedimenti da assumere in segmenti collegati (non di linea, taxi collettivo, scuole, disabili), di recupero delle “esternalizzazioni” e degli immobili necessari all’espansione del servizio su ferro.

3.- I Comitati riunitisi il 23 scorso si costituiscono in Comitato promotore per il perseguimento delle azioni sopra indicate. Aperti ovviamente a quanti vorranno farne parte. Attualmente il Comitato coordinatore è provvisorio e agli incontri tutti possono partecipare (si chiede che i Comitati promotori siano sempre rappresentati).

* i comitati presenti sono stati: Calma, Mejo de no, Atac Bene Comune, Mobilit@s, Comitato utenti lavoratori, Comitato No referendum Atac (Indipendenza), Forum Acqua Pubblica, Roma Nuovo Secolo, Coordinamento residenti città storica, il periodico “il Cielo sopra l’Esquilino”. Per altri impegni non hanno potuto partecipare il Comitato Pendolari Roma Lido, il Forum salviamo il paesaggio di Roma e Rieti, il Comitato per il tram Saxa Rubra Laurentina. Il Comitato No corridoio Roma Latina.

23 novembre 2018

ass.indipendenza.info@gmail.com – info@rivistaindipendenza.org

atac non smobilitiamo

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