Referendum: qualche considerazione sul secondo quesito. Da Atac a Uber?

Come noto l’11 novembre i quesiti saranno due: il primo sulla messa a gara del servizio di trasporto pubblico locale e il secondo con il seguente testo:

“Volete voi che Roma Capitale, fermi restando i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e rotaia comunque affidati, favorisca e promuova altresì l’esercizio di trasporti collettivi non di linea in ambito locale a imprese operanti in concorrenza?”

Ma chi sono, esattamente, questi “trasporti collettivi non di linea…operanti in concorrenza”?  E chi sarebbero i soggetti da “favorire e promuovere”?

A pensar male la mente corre ai colossi della gig-economy come Uber, cui non è un mistero che i promotori della consultazione guardino con favore in termini sistemici e di modello.

Nel sito mobilitiamoroma, sulle ‘faq’ relative al referendum non fanno cenno a chi, quali e secondo che modalità questo tipo di servizi dovrebbe essere normata e favorita, quel che è fuori dubbio è che le grandi piattaforme di gestione della mobilità e della logistica (autobus low cost, servizi a domanda come Uber, rider, risciò/operatori ‘last mile’…) radichino il proprio operare su alcuni pilastri comuni: sfruttamento, parcellizzazione e deregolamentazione del lavoro, disinvoltura fiscale e aggressione alle potestà normative delle autorità pubbliche, da quelle nazionali fino a quelle degli enti pubblici locali.

Non appare difficile intuire cosa potrebbe succedere se un Comune-uno a caso…- si ritenesse addirittura ‘vincolato’ a favorire e legittimare questo tipo di piattaforme: per scongiurare questo tipo di rischi è importante votare e far votare NO anche al secondo quesito: rifiutiamo i ‘cavalli di troika’.

Per noi di Indipendenza c’è anche un ulteriore motivo per rigettare questo tipo di operatori: esse sono espressione di quei vincoli derivanti dalla condizione di succube sudditanza dell’Italia alla filiera euroatlantica che ha reso il nostro Paese, dal secondo dopoguerra a oggi, sostanzialmente un protettorato atlantico.

Di seguito uno spezzone sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Uber e il contenzioso con i suoi autisti nel Regno Unito:

qui il link per vedere l’intera puntata ‘Lavoratori alla spina’

e un’inchiesta su Uber e un video (dedicato a Uber dopo il min. 8) di byoblu:

 

 

comitatonoreferendumatac@gmail.com

ass.indipendenza.info@gmail.com – info@rivistaindipendenza.org

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